Quando il dolore lascia anche diritti: introduzione al tema
La morte di un familiare causata da un incidente stradale, da un errore medico o da un infortunio sul lavoro è un evento devastante. Tuttavia, in queste circostanze non si perde solo una persona cara: si possono perdere anche diritti economici e patrimoniali se non vengono correttamente fatti valere.
Il risarcimento iure hereditatis permette agli eredi di richiedere i danni che la vittima aveva già maturato prima di morire. Un aspetto spesso trascurato ma che può avere un impatto concreto sulla giustizia e sul ristoro del nucleo familiare.
Cos’è il risarcimento iure hereditatis
Il termine iure hereditatis indica i diritti risarcitori che spettavano alla vittima tra il momento dell’evento lesivo (come un incidente) e il decesso, e che vengono trasmessi agli eredi al momento della sua morte.
Questi diritti sono completamente diversi da quelli che spettano agli eredi per la perdita del congiunto (cosiddetti iure proprio).
In altre parole, il risarcimento iure hereditatis riguarda il danno personale sofferto dalla vittima mentre era ancora in vita, anche se solo per poche ore o minuti, e che entra a far parte dell’asse ereditario.
Le principali differenze tra iure hereditatis e iure proprio
Una corretta gestione della pratica risarcitoria richiede di distinguere chiaramente tra:
- Iure hereditatis: riguarda i danni maturati dalla vittima prima della morte, come dolore fisico, sofferenza psichica, invalidità temporanea e spese sostenute.
- Iure proprio: riguarda i danni subiti direttamente dagli eredi, come il dolore per la perdita, il danno da rottura del rapporto parentale, le spese funerarie.
Le due forme di risarcimento possono coesistere, ma richiedono approcci e documentazioni diverse.
Quando si può richiedere il risarcimento iure hereditatis
Affinché il risarcimento iure hereditatis sia legittimamente richiesto, devono verificarsi tre condizioni fondamentali:
- La vittima deve essere sopravvissuta, anche solo per poco tempo, all’evento lesivo.
Anche pochi minuti possono bastare, purché vi sia stato il tempo sufficiente per subire un danno. - La vittima deve aver avuto coscienza di sé e del dolore che stava provando, altrimenti non è configurabile il danno morale.
- Il danno subito deve essere stato accertato e valutabile, anche solo in forma presuntiva, ma sostenuto da una documentazione medica o testimonianze.
Se invece la morte è istantanea, nessun diritto risarcitorio si trasferisce agli eredi iure hereditatis, in quanto non vi è stato il tempo materiale per maturare alcun danno.
Le voci di danno risarcibili iure hereditatis
Gli eredi possono chiedere il risarcimento di diverse tipologie di danno:
1. Danno biologico terminale
È l’invalidità temporanea subita dalla vittima nel tempo intercorso tra l’evento lesivo e il decesso. Viene calcolato considerando le ore o i giorni di degenza, il grado di sofferenza e la perdita di autonomia.
2. Danno morale catastrofale
Riguarda la sofferenza psichica vissuta dalla vittima che si rende conto dell’imminente fine. Si tratta di un dolore interiore acuto, spesso vissuto in lucidità, che va valutato e liquidato in via equitativa.
3. Danno patrimoniale
Include:
- Spese mediche sostenute prima del decesso
- Perdita di reddito nei giorni successivi all’incidente
- Danni a oggetti o strumenti di lavoro di proprietà della vittima
Il danno tanatologico: perché non è risarcibile
Si parla spesso anche di “danno tanatologico”, cioè della perdita della vita in sé. Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che la morte, intesa come evento finale, non è un bene risarcibile, poiché non esiste più un soggetto titolare del diritto.
È invece risarcibile la sofferenza che precede la morte, se la vittima era cosciente e ha provato dolore, paura, angoscia. Questo fa una netta distinzione tra risarcibilità della “vita perduta” (non ammessa) e quella della “sofferenza terminale” (ammessa).
Come si dimostrano i danni iure hereditatis
Perché la compagnia assicurativa o il giudice riconoscano questi danni, è fondamentale fornire prove concrete. Tra le principali:
- Cartelle cliniche e referti medici
- Certificati di pronto soccorso
- Documenti delle terapie effettuate
- Testimonianze dirette di familiari, medici o soccorritori
- Perizia medico-legale
- Fatture e giustificativi di spese
La ricostruzione deve evidenziare chiaramente quanto ha sofferto la vittima e per quanto tempo, oltre a eventuali spese sostenute.
La liquidazione del risarcimento: come viene calcolato
Ogni voce ha un proprio criterio:
- Il danno biologico terminale si calcola usando le Tabelle di Milano per invalidità temporanea assoluta, moltiplicando il valore giornaliero per il numero di giorni di sopravvivenza.
- Il danno morale catastrofale viene quantificato in via equitativa, secondo la gravità dell’agonia e la lucidità della vittima.
- Il danno patrimoniale viene liquidato sulla base dei documenti contabili, oppure con stima prudenziale.
Una valutazione precisa e ben documentata può fare la differenza tra una liquidazione parziale e una equa.
Perché rivolgersi a Infortunistica Antoniana
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Il nostro obiettivo è far valere ogni diritto, anche quelli che spesso passano inosservati.
Considerazioni finali
Dal nostro punto di vista, la tutela dei familiari passa anche da queste azioni. Quando una persona cara muore dopo aver subito un trauma, non è giusto che la sua sofferenza venga ignorata.
La giurisprudenza oggi riconosce l’importanza del dolore terminale e della dignità residua della vittima. Noi siamo qui per aiutarti a far emergere la verità, con umanità e competenza.
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